Pignoramento Pensione: limiti 2018 e novità dopo la riforma del d.l.83/2015

Sempre più spesso si sente parlare di pignoramento pensione per mancato mancamento pagamento di somme dovute o per debiti derivanti da cartelle esattoriali.

In questo articolo, spiegheremo quando c’è il rischio di incorrere nel pignoramento pensione, i limiti 2018 e come difendersi in caso di illegittimo pignoramento pensione.

Pignoramento pensione: cos’è e come funziona?

Supponiamo che Tizio venga meno all’obbligo di pagamento dell’assegno di mantenimento nei confronti dei figli, disposto in sede di separazione. Ovvero che Caio non abbia provveduto al pagamento di una fattura emessa a seguito della fornitura di merci. O ancora che Sempronio non abbia pagato un debito bancario.

Il pignoramento pensione è una procedura esecutiva formale riconducibile alle procedure di pignoramento presso terzi. In materia si applicano gli art. 545 e 546 c.p.c.

Il creditore, per recuperare il credito, può rivolgersi al Giudice competente, che valutate le prove fornite, può emettere decreto ingiuntivo nei confronti del debitore. Al Decreto Ingiuntivo, non opposto nei termini di legge, o provvisoriamente esecutivo, segue la notifica dell’atto di precetto, con cui si intima al debitore di pagare entro il termine stabilito, pena il pignoramento.

Se il debitore non paga entro il termine, il creditore può dare avvio alla procedura di pignoramento pensione presso L’Ente erogatore o direttamente presso l’istituto dove viene accreditata la pensione o assegno sociale.

Per sapere se il nostro debitore è titolare di una pensione, basta effettuare un rintraccio pensione. 

Questa procedura viene applicata ai rapporti che sorgono fra privati.

Cosa accade se il creditore è un ente pubblico? Ad esempio i debiti sorti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione?

Dal 1 luglio 2017, l’ Agenzia delle Entrate-Riscossione ha sostituito Equitalia.

In caso di notifica di una cartella esattoriale, il contribuente ha 60 giorni di tempo dalla notifica per saldare il debito. In alternativa, può chiedere la rateizzazione delle somme dovute o proporre un ricorso per chiedere l’annullamento qualora ritiene che la richiesta è illegittima o non dovuta.

In caso contrario, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può procedere al recupero forzoso delle somme iscritte a ruolo e rivalersi sui beni mobili o immobili del debitore.

Può essere attivata anche la procedura di pignoramento pensione ma secondo regole e limiti ben precisi rispetto a quelli previsti in generale dal legislatore.

Pignoramento pensione: novità dopo la riforma del D.L 83/2015

Novità sono state introdotte dall’art. 13 d.l. 83/2015, che ha modificato gli articoli 545 e 546 c.p.c. in materia di pignoramento pensione.

Prima dell’entrata in vigore del decreto legge, il pignoramento pensione poteva essere disposto fino al limite di 1/5 dell’importo complessivo.

Il nuovo comma dell’articolo 545 c.p.c, stabilisce che la pensione non può essere pignorata per l’ammontare corrispondente alla misura massima dell’assegno sociale, aumentato della metà. Solo la parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti prescritti dalla norma, nonché dalle speciali disposizioni ovvero nel limite di 1/5.

In verità, già la Corte di Cassazione con la sentenza n.18755/2013, aveva individuato un limite al pignoramento pensione.

La giurisprudenza di legittimità aveva ritenuto assolutamente impignorabile la parte della pensione necessaria per assicurare al pensionato mezzi adeguati alle esigenze di vita “minimo vitale”. A tal proposito, la Corte aveva fissato il limite dell’ammontare non sottoponibile a pignoramento nella misura pari ad euro 525,89. Ne derivava la pignorabilità delle somme eccedenti e nella misura di 1/5.

Pignoramento pensione: limite 2018.

Per il 2018, la misura dell’assegno sociale è fissata ad euro 453,00 mensili. Posto che va aggiunto l’ulteriore limite del 50%, non può procedersi al pignoramento pensione fino alla somma di euro 679,50 (la misura dell’assegno + 50%). La restante parte può essere sottoposta a pignoramento pensione solo per 1/5.

Quindi, per un pensionato che percepisce 1000,00 euro mensili, la somma pignorabile è di euro 320,50, ricavata dalla differenza tra l’ammontare complessivo e l’assegno sociale aumentato del 50%.

Il pignoramento pensione potrà essere disposto solo nei limiti di 1/5 della somma di euro 320,50. In definitiva, potranno essere trattenuti solo euro 64,10 mensili.

Il decreto legge ha aggiunto un’ulteriore disposizione. Le somme a titolo di pensione, sono pignorabili, per l’importo che eccede il triplo dell’assegno sociale, se l’accredito su conto corrente del debitore è anteriore alla notificato del pignoramento presso terzi.

Se l’accredito ha avuto luogo alla data del pignoramento o successivamente, le somme possono essere pignorate nei limiti di 1/5.

Per i debiti da cartelle esattoriali, sono previsti limiti specifici, in relazione all’importo della pensione:
-1/10 per importi fino ad euro 2500.

-1/7 per importi compresi tra euro 2500 ed euro 5000.

-1/5 per importi superiori ad euro 5000.

Vale la regola generale per cui, si può procedere a pignoramento pensione:

direttamente presso l’INPS o altro ente previdenziale, prima che l’importo venga corrisposto al pensionato.

dopo l’accredito della somma sul conto corrente bancario o postale.

Pignoramento pensione: mancato rispetto del limite

Il pignoramento pensione eseguito in violazione dei divieti e oltre i limiti previsti è parzialmente inefficace. L’inefficacia è rilevata anche dal giudice d’ufficio.

Il pensionato può rivolgersi ad un avvocato e promuovere una procedura di opposizione all’esecuzione, in caso di illegittimo pignoramento pensione.

Non possono essere sottoposte in nessun caso alla procedura di pignoramento pensione:

-Assegno sociale;

-Pensione di invalidità totale;

-Indennità di accompagnamento.

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Dott.ssa Cettina Noto

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