Pignoramento beni aziendali: novità e limiti dopo la riforma del Decreto del Fare

Il Pignoramento beni aziendali è una situazione ricorrente per le imprese che non hanno saldato i loro debiti.

Ultimamente la questione del pignoramento beni aziendali si è imposta all’attenzione popolare per i numerosi casi di imprenditori che, in gravi difficoltà economiche, chiedono la cd pace fiscale.

Chi sceglie di avviare un’attività di impresa, fin dall’inizio è consapevole del rischio di perdere il capitale investito.

Pertanto può anche essere utile sapere quando si può procedere al pignoramento beni aziendali e quali siano i beni pignorabili.

Nell’articolo, in particolare, ci soffermeremo sulle novità e i limiti introdotti dal c.d. Decreto del Fare nel 2013, con riguardo al “pignoramento beni aziendali”.

Pignoramento beni aziendali: definizione dei beni strumentali all’esercizio dell’impresa

La definizione di “AZIENDA”è riportata dall’articolo 2555 del codice civile, secondo cui: “l’azienda è il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”.

Va però spiegata la distinzione tra azienda ed impresa. Per impresa si intende più specificamente l’attività economica svolta dall’imprenditore e diretta alla produzione e scambio di beni e servizi. Per azienda si intende il complesso dei beni strumentali all’esercizio dell’impresa.

Un esempio può servire a chiarire.

Livia è titolare di un bar. L’immobile, le attrezzature, l’arredamento ecc… rappresentano i beni aziendali.

In particolare i beni aziendali possono essere:

materiali, suddivisi in:

-mobili: impianti, materie prime, attrezzature, macchinari, energia, denaro ecc….

-immobili: edifici o locali dove si svolge l’attività.

Immateriali, suddivisi in:

segni distintivi dell’azienda (ditta, insegna, marchio).

– opere dell’ingegno ed invenzioni industriali, soggette al diritto d’autore e di inventore.

-contratti finalizzati all’esercizio dell’attività di: lavoro, fornitura, agenzia.

-crediti e debiti nei confronti di: clienti, fornitori, banche, lavoratori subordinati, fisco.

Dei beni aziendali fa parte anche l’avviamento, cioè l’attitudine del complesso aziendale a produrre un risultato economico positivo.

Caratteristica che contraddistingue i beni aziendali è che sono organizzati e destinati al fine produttivo dell’impresa.

Pignoramento beni aziendali: limiti e novità dopo la riforma del Decreto del Fare

Va precisato che se si tratta di debiti con il Fisco, possono essere sottoposti al pignoramento beni aziendali, in generale:

-gli oggetti aziendali;

-i beni strumentali.

Con il Decreto del Fare, entrato in vigore Il 21 agosto 2013, il Governo Letta ha stabilito limiti e condizioni specifiche al pignoramento beni aziendali riguardanti i beni strumentali, quella tipologia di beni considerati indispensabili per il lavoro di un’azienda. Ne fanno parte i macchinari, le attrezzature, gli immobili utilizzati esclusivamente per l’esercizio dell’impresa.

Pignoramento beni aziendali: limiti per i beni mobili.

Con riguardo ai beni mobili, il Decreto ha prescritto che i beni strumentali possono essere sottoposti a pignoramento beni aziendali nei limiti di 1/5 del loro valore e solo se i beni non strumentali del debitore non sono in grado di soddisfare le pretese creditorie del Fisco.

La normativa mira a garantire la continuità aziendale, nei limiti del possibile.

In pratica, su 5 automobili aziendali, solo 1 può essere pignorata e venduta all’asta.

Ne deriva che l’ufficiale giudiziario dovrà prima di tutto constatare se nell’azienda o nello studio del professionista siano individuabili beni diversi da quelli indispensabili per consentire la prosecuzione dell’attività d’impresa e procedere al loro pignoramento.

Solo in caso contrario, potrà sottoporre a pignoramento beni aziendali, i beni strumentali, rispettando il limite di 1/5 del loro valore.

Il Decreto del Fare, ha stabilito che il primo incanto non potrà avere luogo prima di 300 giorni. Il debitore resta custode dei beni pignorati.

Pignoramento beni aziendali: limiti per beni immobili.

Un esempio può essere utile a capire meglio.

Può essere sottoposto a pignoramento beni aziendali l’immobile che l’imprenditore utilizza promiscuamente come abitazione e per l’attività di impresa.

Quindi è impignorabile l’immobile:

adibito ad abitazione principale, se l’imprenditore è ivi residente. Si applica la regola dell’impignorabilità della prima casa.

se è l’unico immobile posseduto.

-non si tratta di casa di lusso.

Per procedere all’esecuzione immobiliare, devono decorrere sei mesi a far data dall’iscrizione dell’ipoteca.

Per conoscere lo stato di un’azienda e fare un’analisi sul suo patrimonio può essere utile richiedere:

  1. un visura catastale per soggetto per verificare la proprietà degli immobili dell’azienda.
  2. un’ispezione ipotecaria per appurare eventuali formalità sugli immobili di proprietà.
  3. un bilancio aziendale per conoscere tutti i beni, le passività e attività, solo le società di capitali hanno l’obbligo di redigere e depositare il bilancio annuale.
  4. un report aziende per testarne la solvibilità ed il rating.

In ultimo la richiesta di una visura camerale si rileva utile per avere un quadro generale dell’azienda di nostro interasse.

Pignoramento beni aziendali: strumenti di difesa attivabili dall’imprenditore

Infine, qualora l’imprenditore ritenga di essere vittima di un pignoramento beni aziendali illegittimo può sempre promuovere un opposizione all’esecuzione secondo le regole ordinarie previste dal codice di procedura civile.

Se hai dei dubbi e vuoi approfondire la discussione lascia pure un commento oppure richiedi un parere legale.

Dott.ssa Cettina Noto

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